La Mindfulness non è una tecnica

Mi accade di spiegare (e poi tornare ancora su questo concetto) che la Mindfulness non è una tecnica.
La consapevolezza infatti è una specie di specchio che ci restituisce semplicemente ciò che siamo senza pretendere di cambiarlo. Mentre le tecniche servono per cambiare qualcosa; la Mindfulness serve per vedere qualcosa. 
Solo se lo vedo e mi rendo conto di cos’è e come funziona (un blocco, un meccanismo incastrato, un’abitudine disfunzionale, un dolore, eccetera), solo allora posso decidere di fare altrimenti. Senza bisogno di tecniche, semplicemente vedo, mi rendo conto e decido di fare diversamente.

Cos’è la rinuncia

Allora entra in scena la “rinuncia” o il sacrificio (o l’offerta), come la vuoi chiamare. Rinuncio a fare quello che ho sempre fatto – e di solito è una gran fatica, perché i meccanismi automatici che mi porto dietro sono macigni pesanti ma molto ben radicati dentro le mie cellule. Fatto sta che finalmente rinuncio a fare quello che ho sempre fatto, perché finalmente lo vedo e capisco che non funziona, fa male, non ha più senso. Finché non arrivo a quel punto, la rinuncia/il sacrificio sarà molto difficile. Finché non mi rendo conto davvero di cosa sto facendo, rinunciarci rimane una tecnica, che applico una volta sì e una no, con molte delusioni e frustrazione di fondo.

Ogni tradizione spirituale pone l’accento sul concetto di “sacrificio”. Lo troviamo narrato nelle più diverse tradizioni religiose, ma “Yajna” (il sacrificio, in sanscrito) non è un rito con il quale do via qualcosa in cambio di qualcos’altro – questo sarebbe una sorta di commercio.
Il sacrificio in qualsiasi tradizione religiosa (e spirituale) è un’offerta gratuita di ciò che ho di più caro: le mie abitudini.

Nel momento in cui mi trovo su un sentiero spirituale, non mi interessano i processi piccoli, le tecnologie marginali o i rituali secondari – quello che chiamiamo “tecniche”. Il modo stesso in cui vivo diventa Yajna, un sacrificio, un’offerta. Questo è il significato più profondo della parola.
Allora non mi interessa chiamare un esperto che esegua una tecnica che mi consenta di manipolare certe forze e cambiare la mia realtà. Il mio stesso processo vitale è un’offerta gratuita, è Yajna, “sacrificio”.

Una porta di entrata

Di solito quando iniziamo a fare Mindfulness siamo spinti dall’urgenza di cambiare qualcosa che non funziona più (e non sappiamo più cosa fare per aggiustarlo). Allora pensiamo che se faremo pratica 10 o 30 minuti al giorno, otterremo quel cambiamento che tanto desideriamo.
Poi scopriamo che non si tratta più solo di questo, che fare un corso di Mindfulness funziona un po’ come “porta d’entrata”. Si tratta di ben altro, molto più di fare qualcosa per ottenerne un’altra. Ed è allora che le cose cambiano davvero…

Il corso intensivo di 8 settimane MBSR per la riduzione dello stress comincia a settembre, e  ti serve per ridurre lo stress, senz’altro; ma ti serve anche per molto altro, molto di più. 

Se vuoi capire meglio tutto questo, nella pagina “Proposte>dal vivo”, trovi date e gli orari dei due corsi in presenza a Ferrara e a Bologna. Riserva il tuo posto alla presentazione gratuita scrivendomi a: elisa@quietroom.it