esercizi di self compassion

Questi 31 esercizi di consapevolezza sono tratti dal calendario dei 31 giorni di Self Compassion pubblicato sul profilo Fb di Kristin Neff per il mese di gennaio 2022.
Kristin Neff è professore associato presso l’Università del Texas ed è pioniera nel campo della ricerca sull’autocompassione. Ha ideato insieme a Christopher Germer il programma MSC Mindfulness Self Compassion insegnato in tutto il mondo.
Ho personalmente tratto spunto dai titoli dei 31 esercizi per invitarti a mettere in pratica i suggerimenti di sviluppo dell’amore per sé, di cui tanto abbiamo bisogno.
Ogni volta che ti scopri a pensare “non sono capace”, “non sono abbastanza, “non me lo merito”, “non conto nulla e nessuno mi ascolterà”, “non ce la farò mai”, “non posso dire quello che penso” e così via – tutti meravigliosi pensieri auto sabotanti – puoi decidere di premere il tasto pausa e tornare al momento presente. E se vuoi puoi usare uno dei 31 esercizi per invertire il senso di marcia.
Puoi usare questo calendario come promemoria e pescare a caso tra i 31 suggerimenti, oppure puoi seguire giorno dopo giorno questo piccolo programma che ci aiuta ad ammorbidirti e a volerti bene davvero.
Buona pratica!

1 Concediti lo spazio per sentire
In questo primo giorno dell’anno possiamo darci il permesso. Di vedere, sentire, ascoltare. Di non partire in quarta con i nostri buoni propositi, ma di fare spazio a quello che verrà. Non tutto quello che di buono ci accade è determinato dalla nostra volontà; così come non tutto quello che sperimentiamo ci fa immediatamente sentire a nostro agio.
Lo spazio per sentire, per accorgerci, è il grado zero di qualunque cambiamento, di ogni trasformazione che ciascuno di noi può desiderare per se stesso.
Se non ce lo concediamo, non stiamo neppure invitando l’evoluzione. Perciò proviamo, solo per oggi, a concederci lo spazio per sentire. Sdraiamoci sulla schiena del mondo – come scriveva Alda Merini, e sentiamo…

“Mi piace il verbo sentire…
sentire il rumore del mare, sentirne l’odore…
sentire il suono della pioggia che ti bagna le labbra, sentire una penna che traccia sentimenti su un foglio bianco…
sentire l’odore di chi ami, sentirne la voce e sentirlo col cuore…
sentire è il verbo delle emozioni, ci si sdraia sulla schiena del mondo e si sente.”

2 Prova qualcosa di nuovo senza giudicare
In questo secondo giorno dell’anno il calendario di Self Compassion di Kristin Neff ci suggerisce di darci il permesso di tentare qualcosa di nuovo sospendendo il giudizio.
Quante volte ci siamo preclusi la possibilità di fare qualcosa perché pensavamo di non riuscirci, o di non poterlo fare, o di non essere all’altezza?
O anche semplicemente con l’idea che quella cosa non ci sarebbe piaciuta?
Se ci arrendiamo alla voce interiore che ci ammonisce di continuo, rischiamo di negarci la ricchezza e l’abbondanza apriori.
Certo, uscire dal seminato ci crea un pochino di ansia, ma è solo così che impariamo chi siamo davvero…

3 Fai una pausa prima di reagire
Il 3 gennaio ci ricorda quanto sia importante (e gentile) fare una pausa prima di reagire.
Il nostro intero sistema è fondato sull’abitudine: abitudine alla reazione automatica, al botta e risposta, al “io sono fatto così” oppure “è più forte di me”.
Ed è proprio così, fintantoché non smettiamo di assecondarlo. Fintantoché non smettiamo di credere ciecamente che le cose non si possano cambiare.
Fare una pausa e un bel respiro profondo prima di muovere il passo successivo è una decisione di portata rivoluzionaria: per noi stessi e per il mondo. Significa smettere gli stessi vecchi sistemi disfunzionali e impararne di nuovi.
Come sarebbe se ci provassimo? Quali cambiamenti potremmo realizzare? Come sarebbe la nostra vita se potessimo cambiare anche solo una parte dei nostri automatismi?

4 Fai una cortesia a qualcuno
Oggi potremmo dedicarci a “praticare gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso”, perché no?
Se c’è qualcosa in grado di innescare un senso di appagamento e gioia gratuita sono proprio i nostri gesti gentili verso il prossimo. Che ricambierà senz’altro (verso di noi o verso qualcun altro) con pari entusiasmo. E così che si creano i cicli virtuosi: decidendoci a fare il primo passo senza aspettare che lo facciano gli altri.
Nell’incertezza, sorridi per primo!

5 Fai qualcosa di sciocco senza prenderti troppo sul serio
Kristin Neff e la mindfulness self compassion ci suggeriscono per il 5 gennaio qualcosa di fuori dagli schemi. Fai qualcosa di sciocco senza preoccuparti troppo di mettere in discussione la tua immagine.
A volte ci costa tanto rinunciare alla nostra idea di noi stessi, e ci vergogniamo a comportarci come bambini che giocano spensierati.
Succede anche a me, quando magari la situazione richiede di non prendermi troppo sul serio e di buttarmi nella mischia… solo per oggi potremmo praticare leggerezza e divertimento senza preoccuparci troppo della figura che facciamo.

6 Chiedi a te stesso in cosa credi davvero
L’allenamento all’amore per sé ci chiede oggi di riflettere sui nostri valori.
Detto così sembra qualcosa di molto serio (e un po’ noioso), ma sono i nostri valori – e anche le nostre credenze – che muovono ogni singolo passo compiuto nella nostra vita.
È perché credo nell’importanza e nel potere della consapevolezza; perché vedo ogni giorno i miracoli che può fare, che diversi anni fa ho iniziato il precorso di formazione per insegnare mindfulness.
E se tornassi indietro rifarei la stessa scelta, che si è rivelata determinante per il mio benessere e per quello di chi partecipa ai corsi di meditazione.
Scoprire chi siamo veramente ci dà la possibilità di innestare un’altra marcia alla nostra vita e di darle la direzione più giusta per noi. Ci chiede di fermarci e di farci una domanda, lasciando che la risposta riveli il sentiero.
Ci proviamo?

7 Perdona te stesso perché allora non potevi sapere ciò che sai oggi
A volte siamo così duri con noi stessi. Non facciamo sconti e difficilmente ci perdoniamo gli errori e i fallimenti.
Abbiamo un giudice interiore molto severo che ci guarda dall’alto in basso con espressione accigliata, come se fossimo dei bambini stupidi e incapaci.
Da lì il passo è breve per giudicare anche gli altri con lo stesso metro, e questo di certo non ci fa vivere sereni.
Oggi invece potresti permetterti di riconoscere il tuo valore intrinseco, che non dipende da quello che hai fatto o che hai sbagliato, e fare la pace con l’essere umano che sei proprio ora. Una riconciliazione completa, che solo a immaginarla, ci proietta in uno spazio aperto dove si respira bene.
Ci proviamo?

8 Ricordati che sbagliarsi non significa essere un fallimento. È semplicemente umano
Oggi potremmo finalmente smettere di pretendere di essere perfetti (senti chi parla!) e provare ad ammettere che si può sbagliare, si può fare casino, si può fraintendere e fare brutte figure.
Non siamo nati con il certificato di perfezione formale; siamo esseri umani, perfettamente limitati e imperfetti, ognuno in modo diverso per fortuna, con tutte le capacità di imparare dai nostri errori e di dare un corso diverso alla nostra vita.
Non serve arrabbiarsi per aver fatto un buco nell’acqua; serve rialzarsi e ripartire. Non serve far pesare agli altri di aver fatto un errore (non è il modo migliore per creare relazioni nutrienti); serve ricordarci che anche noi siamo fallibili – e trattare noi e gli altri con pazienza e gentilezza.
So che è possibile, è sempre possibile (lo dice anche il Dalai Lama!).

9 dai l’addio alle scuse che non hai mai ricevuto
Questo è un esercizio che mi tocca davvero; non so se è successo anche a te, di aspettarti delle scuse che non sono mai arrivate.
Un dispiacere che non ha trovato una riconciliazione e che è rimasto per lungo tempo irrisolto.
La self compassion, l’amore per no stessi ci invita a lasciar andare, per quanto ci riesce, l’attaccamento a questo lieto fine che stiamo aspettando e che rischia di non arrivare mai. Per quanto ci siamo impegnati e abbiamo tentato, può darsi che l’altro non riesca – non ammetta o non capisca – l’importanza del fare pace con il passato.
Allora tocca noi farlo, per noi stessi e per la nostra serenità. Con o senza l’altro.
È senz’altro difficile, ma non impossibile, e il processo è fatto di tanta gentilezza e amore per noi stessi e per le nostre ferite.

10 Dì a te stesso qualcosa di gentile
Al 10 gennaio il calendario di amore per sé ci suggerisce di imparare a parlare a noi stessi come parleremmo al nostro miglior amico, o a nostro figlio quando hanno bisogno di sostegno e incoraggiamento.
Parlarci in modo gentile e amorevole ci aiuta a ricordarci che siamo esseri umani, vulnerabili e con un gran cuore. Che molto spesso ha bisogno di un sorriso e un abbraccio.
Sono sicura che lo sappiamo fare, ma rivolgerlo a noi stessi a volte ci risulta difficile, come se si trattasse di un gesto egoistico o immeritato.
Invece, appena ci apriamo alla gentilezza verso noi stessi, ecco che le nostre qualità e risorse possono venire a galla e fiorire in tutto il loro splendore.

11 Lascia che i tuoi pensieri scorrano senza credergli per forza
Questo esercizio è parte integrante dell’allenamento che facciamo con la mindfulness.
Ci sediamo nella postura e osserviamo la realtà interiore ed esteriore. Sensazioni fisiche, respiro, suoni, pensieri ed emozioni.
Di solito crediamo che ciò che ci passa per la testa sia necessariamente vero: i pensieri – sia che siano ricordi o anticipazioni del futuro; le proiezioni o le immaginazioni… di solito siamo propensi a credere che tutto il contenuto mentale (comprese le nostre convinzioni, le abitudini e le nostre reazioni automatiche) siano oro colato.
Anche perché se gli diamo corda, finiscono per provocarci un’ondata di emozioni che non fanno altro che confermare la nostra tesi: ho ragione a pensare quel che penso.
Allora oggi proviamo invece a lasciare scorrere il film senza immedesimarci troppo.
Facciamo un passo indietro e proviamo ad osservare la trama con curiosità ma senza giudizio.
È difficile?
Come sarebbe se riuscissimo a non farci convincere troppo da tutta la narrazione?

12 Lascia andare il bisogno di dimostrare ciò che provi
Probabilmente per qualcuno di noi l’esercizio dovrebbe invitarci a fare l’opposto, ovvero a cominciare a manifestare, a noi stessi almeno, ciò che proviamo.
Ma in questo caso l’invito compassionevole è quello di rinunciare a soffiare sul fuoco delle emozioni difficili a favore di un atteggiamento più “zen” come si dice.
Ogni volta che diamo libero sfogo alla rabbia, al risentimento, al rifiuto o alla tristezza, se da un lato le nominiamo e le portiamo fuori da noi – dall’altro il rischio è di enfatizzare e giustificare le emozioni stesse.
Le reifichiamo, come si dice, le rendiamo qualcosa di tangibile e “vero”. Le ingigantiamo con la scusa che almeno ci stiamo “sfogando”. A parte il fatto che chi si trova a portata di mano delle nostre lamentele di sicuro lo rimpiange, ma così rischiamo davvero di peggiorare le cose.
Possiamo invece, solo per oggi, smettere di agitarci tanto e abbracciare teneramente dentro di noi ciò che per ora rimane irrisolto?

13 Racconta a qualcuno come ti senti senza grandi aspettative
Ecco che questo 13 gennaio ci invita a raccontare, senza grandi pretese e senza aspettative di ottenere alcunché, come ci sentiamo.
Non si tratta di rigirare il coltello nella piaga della sofferenza o di soffiare sul fuoco delle emozioni difficili (vedi l’esercizio del 12 gennaio) – ma di provare a esprimere sinceramente, senza negare o omettere nulla, il paesaggio interiore di questo momento. Con fiducia che le nostre parole usciranno sempre più chiare e oneste, con il sostegno e tutta la pazienza di cui siamo capaci.
A volte spiegare ad un’altra persona come ci sentiamo ci permette di mettere a fuoco cosa bolle in pentola. Anche solo questo può essere di aiuto per prenderci cura di noi stessi.

14 Concedi a te stesso qualcosa di super delizioso!
Giornata fortunata oggi, che l’esercizio ci chiede di concerderci qualcosa di extra buono, super delizioso!
Potrebbe essere una fetta di una meravigliosa cremosissima torta, una giornata di relax, una passeggiata all’aperto, una chiacchiera con un buon amico o una dormita colossale. Quello che vuoi e di cui hai davvero bisogno.
Uno dei modi per prenderci cura di noi stessi è anche riconoscere che c’è bisogno.
C’è bisogno di riposo e di nutrimento – sotto tutte le forme che possono prendere.
Adesso è il momento giusto, smetti di resistere a tutti i costi e concediti qualcosa che ti faccia bene.
E festeggia questo traguardo!

15 Parla a te stesso con gentilezza
Amore per sé in questo 15 gennaio 2022 è imparare a parlare a noi stessi in modo gentile.
A volte cresciamo convinti che solo con le maniere forti e con una certa dose di durezza si ottengano le cose. E certo, in qualche situazione l’assertività ci aiuta a fare ordine nel caos.
Ma il linguaggio dell’amore, quello vero, quello che non pretende e non reclama, è un linguaggio tenero e gentile.
È il linguaggio che useremmo con un bambino piccolo, ed è proprio questo che aiuta il bambino a crescere sentendosi amato, ascoltato e sostenuto.
Parole come per favore e grazie; un approccio non giudicante e paziente fanno miracoli, anche e soprattutto quando le cose non vanno bene, e abbiamo bisogno di sostegno.
Se non lo facciamo noi, chi lo farà?
E se non ora, quando?

16 Incuriosisciti per capire da dove viene la sfiducia in te stesso
Da dove viene un certo atteggiamento di sfiducia e di dubbio verso se stessi?
Perché a volte è anche questo che ci impedisce di amarci con tutto il cuore: spesso pensiamo di non essere all’altezza dei nostri ideali di perfezione e non meritevoli di attenzione e cure.
Dalla parte femminile poi, il tutto è condito dal presupposto implicito che una donna dovrebbe prima occuparsi degli altri, e POI di se stessa.
Per fortuna le giovani generazioni stanno lentamente perdendo questo retaggio culturale così profondo e persistente.
Mi ricordo ancora quanto mia figlia Emma si arrabbiava (fin da piccola!) di fronte alle pubblicità in tv che proponevano esclusivamente un’idea della donna come “madre di famiglia”. Lo spot che l’ha fatta arrabbiare di più era quello del Vicks Vapurub, dove una madre premurosa si alzava nel cuore della notte per spalmare la pomata sul petto di marito e figlio E mi chiedeva: ma perché non lo fa il papà??
Giusto!
In questo caso la sfiducia nel proprio valore (o il senso del dovere legato ad un ruolo) viene dalla cultura di appartenenza.
Secondo te, da dove viene l’eventuale senso di sfiducia che provi per te stessa?

17 Dì a qualcuno quanto lo apprezzi
Oggi abbiamo questo compito: dire a qualcuno che lo apprezziamo davvero.
Non è un gesto educato, non lo stiamo facendo per ottenere qualcosa in cambio, non vogliamo dimostrare che siamo gentili.
L’idea è riconoscere la preziosità di qualcuno che conosciamo, per quello che fa o per quello che è (o per entrambe le cose) e osservare come ci fa sentire quando riusciamo a riconoscere apertamente questo sentimento di gratitudine.
Stiamo esercitandoci in gratitudine e in apprezzamento, due attitudini che a volte non pratichiamo granché, sia perché alcune cose le diamo per scontate, sia per abitudine ad essere un po’ avari.
Oggi proviamo ad essere generosi e a sorridere a chi abbiamo di fronte.
A dare prima di pretendere.

18 Piangi!
Oggi ci diamo il permesso di piangere!
Ebbene sì: a volte non ce lo permettiamo anche se sentiamo sul cuore un peso enorme. O se le circostanze ci stanno mettendo alla prova e noi ci sentiamo sbattuti di qua e di là come una foglia in una tempesta.
Piangerci su può non risolvere nulla, ma ci dà la grande opportunità di riconoscere la nostra umanità vulnerabile e sensibile.
Anche se ci è stato detto più volte: non piangere! Questa volta ci permettiamo di farlo, senza farne un dramma universale, ma concedendoci il nostro momento di lacrime.
E ricordandoci che si può anche piangere di gioia, o di meraviglia di fronte a qualcosa che è andato bene, che si è risolto e che finalmente si è sciolto. Piangere per la bellezza di ciò che ci sta di fronte e per la fortuna di essere nati qui, al riparo da tanta violenza e conflitto che (lo sappiamo molto bene) invece sono diffusi tutto intorno a noi.

19 Sforzati solo un altro pochino
Oggi proviamo a ricordarci quanto siano delicati i nostri equilibri e quanto allenamento all’ascolto e all’osservazione servano per trovare il giusto equilibrio.
Molto spesso ci spingiamo molto oltre le nostre possibilità per raggiungere obiettivi e traguardi che pensiamo necessari nella nostra vita.
Lavoriamo molte ore, rincorriamo un’agenda fitta di impegni e di doveri – perciò credo che siamo tutti abituati a sforzarci.
Qui ci viene chiesto invece un “retto sforzo”, come viene chiamato nella tradizione buddhista.
Ovvero alleniamo la capacità di sentire (non quella di “sapere”) fin dove è opportuno e sano spingerci, facendo solo un piccolo passo in più – e nient’altro.
Riconoscere i nostri limiti, la stanchezza o il vero e proprio esaurimento delle risorse corrisponde alla capacità di volerci bene e di rispettarci.

20 Riconosci la responsabilità dei tuoi errori
Il 20 gennaio fa da contrappunto al post del 9 gennaio, dove il calendario dei 31 giorni di amore per noi stessi ci chiedeva di lasciar andare l’aspettativa di ottenere le scuse da parte di qualcuno.
Stavolta ci prendiamo noi la responsabilità dei nostri errori (e ne avremo fatti senz’altro perché nessuno qui è perfetto), e con umiltà proviamo a riparare, se si può, alla sofferenza che abbiamo causato.
Magari lo abbiamo fatto in buona fede e senza rendercene conto, o forse invece ci abbiamo messo un po’ di rabbia e intenzionalità, insomma è facile che prima o poi abbiamo fatto un passo falso e abbiamo creato sofferenza per qualcuno.
Appena ci rendiamo conto, possiamo fare quello che vorremmo ricevere a nostra volta, ovvero possiamo liberare tutti offrendo le nostre scuse più sincere unite al proposito di non ripetere l’errore.
Non serve sentirci in colpa in nessun modo: l’importante è riparare con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione.

21 Dì di no e non rimangiartelo
Altro esercizio difficile per chi (come me) fa fatica a dire di no.
Naturalmente, per l’altra metà del mondo la difficoltà consiste nel dire di sì senza resistenze. In questo caso l’allenamento è non resistere o rifiutare – e dire di sì senza riserve.
Ma per chi fatica a stabilire dei confini, ecco che dire un bel “no” tondo e gentile è qualcosa di terapeutico. Non c’è bisogno di argomentare e scusarsi profusamente (come magari ci verrebbe automatico fare), basta dire “scusami, ma per ora riesco a fare solo questo, perciò devo dirti di no”.
Dopo mi dici come è andata con il no?

22 Siediti in silenzio per 5 minuti soltanto
Siedi in silenzio e prenditi questi 5 minuti di pausa profonda e limpida.
Come se fossi seduto davanti ad un meraviglioso paesaggio naturale, quello che preferisci tu, quello che ti fa sentire bene e ti risuona nel cuore e nella pancia.
Concediti 5 minuti di silenzio, trova un isolotto di solitudine nel mezzo di questa giornata e siedi con te stesso senza nessun programma da realizzare.
Puoi farlo anche se oggi è una giornata piena (soprattutto se è una giornata piena) così da allenarti a prenderti cura di te nonostante tutto.
Una volta che lo impariamo, poi rimane uno strumento a nostra disposizione, un “pronto soccorso” sempre disponibile, un maniglione antipanico della giornata: quando ce la vediamo brutta, ci sediamo solo 5 minuti in buona compagnia di noi stessi.

23 Accetta un complimento senza metterlo in discussione
Anche oggi Kristin Neff e il calendario della self compassion ci suggeriscono un esercizio: accettare un complimento senza metterlo per forza in discussione.
Molti di noi fanno una gran fatica ad accettare che qualcuno ci riconosca: abbiamo un’idea di noi così condizionata, che non riconosciamo le nostre capacità o la nostra unicità.
“Dai, non è vero, ci diciamo, lo starà dicendo così per dire – o per ottenere qualcosa in cambio”.
Così facendo neghiamo i nostri meriti e giudichiamo gli altri. Che disastro!
Invece oggi, proviamo ad accettare con gratitudine di essere all’altezza; di essere “abbastanza” e di non aver bisogno di altro.
Un bel “grazie” con tutto il cuore e un sorriso. Tutto qui!
È difficile per te farlo?

24 Chiediti se la paura stia condizionando la tua vita e i tuoi obiettivi
Non è che per caso stai vivendo le tue giornate (e magari non ti accorgi) dominato dalla paura? Pensando che non riuscirai, che quella cosa che desideri tanto non è destinata a te, non ci puoi sperare davvero?
La paura si manifesta anche attraverso pensieri dominati dal sospetto verso gli altri (gli altri mi vogliono fregare) e dalla sfiducia nelle intenzioni del prossimo (non c’è da fidarsi degli altri).
Ne risulta una vita sempre in guerra, una vita a tinte fosche, dove non ci si può mai rilassare o si pensa sempre che andrà male. … e fatalmente poi magari questo accade!
Amore per sé significa anche smettere l’assetto di guerra e aprirsi a ciò che c’è. Tutto quello che c’è, non solo quello che corrisponde alle aspettative – provando a fidarsi di noi stessi e degli altri.
Difficile?

25 Chiedi sinceramente scusa a qualcuno che potresti aver ferito
Ancora il tema del perdono e del rimorso in questo 25 gennaio in cui proviamo a chiedere scusa per le ferite che abbiamo arrecato.
Chi non ha mai offeso o ferito qualcuno? Credo che, così come ci sarà accaduto di sentirci punti sul vivo, l’avremo fatto anche noi mille volte, anche senza rendercene del tutto conto.
A volte la nostra consapevolezza non è così chiara e brillante – oppure siamo così arrabbiati con noi stessi e con la vita, che passiamo sopra le persone come un carro armato, pensando che sfogarsi faccia bene. Be’ dipende, non se è a spese di un altro…
Appena ci accorgiamo di aver offeso qualcuno, abbiamo la possibilità di riparare amorevolmente chiedendo scusa.
Senza sensi di colpa, ma con una attitudine attiva e disposta ad abbracciare ogni ferita.

26 Lascia andare il controllo e lascia che la vita prenda il suo corso
Questa è difficile! Almeno per me che per indole sono portata a progettare e a immaginare – e quindi ad esercitare un certo controllo…
Non so se è così anche per te, ma lasciare andare le redini del controllo (naturalmente è solo l’ECCESSO di controllo che può farci male) è davvero un esercizio adatto a me!
C’era quel film che mi piace tanto, in cui la protagonista dice: “A volte il treno sbagliato arriva nella stazione giusta”; ecco forse dovremmo ricordarcelo di più che la vita prende delle strade che lì per lì non riconosciamo o non siamo in grado di interpretare.
Ma è sempre per il meglio, per la nostra crescita, per diventare davvero chi siamo.
E tutto questo accade se glielo permettiamo. Non è così?

27 Fai qualcosa di divertente e lasciati sorprendere
Ventisettesimo giorno di amore per sé. E qui proviamo a tornare bambini e fare qualcosa che desideriamo tanto fare, e magari ci vergogniamo – oppure smettiamo di prenderci troppo sul serio e divertiamoci!
Prenderci cura di noi stessi a volte può significare dare ascolto al bisogno di leggerezza e quindi, come diceva Calvino, “Prendete la vita con leggerezza, ché leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
Scaricare a terra per una volta il peso della nostra identità seriosa, e ogni tanto lasciarci portare dal sorriso, dallo scherzo e dall’ironia.
Il “tocco leggero” è una delle capacità che sviluppiamo con la Mindfulness, che ci aiuta a vedere dove ci incastriamo nei nostri meccanismi abituali e ci intestardiamo rendendo le cose molto più pesanti del dovuto.
Proviamo oggi?

28 Prova!
Ah-a! Oggi siamo invitati ad uscire dal guscio della nostra morbidissima zona di comfort e … provare!
Provare a muovere anche solo un passo in avanti verso noi stessi; verso i nostri desideri profondi, verso le speranze che teniamo nel cuore, verso ciò che ancora non sappiamo, ma che ci aspetta da un po’ (o da tutta la vita).
È un passo importante e non significa che “riusciremo”. Abbiamo questa maledetta idea – che dobbiamo riuscirci, come se il nostro valore dipendesse dai traguardi che siamo in grado a tagliare. Dalle cose che abbiamo fatto, dall’obiettivo raggiunto.
Invece, se siamo abbastanza curiosi, forse riusciremo ad apprezzare tutto ciò che ci attraversa dal momento che compiamo il primo passo nell’ignoto, là fuori dal guscio. Le cose cambiano, e noi con i nostri obiettivi. Come saremo tra tre mesi? E tra tre anni?
Non ci rimane che provare.

29 Scriviti 5 promemoria per quando le cose saranno difficili
Un invito a trattarci con amore e a prenderci cura dei momenti (inevitabili) di difficoltà. Scrivi 5 frasi – cinque promemoria che ti aiutino quando ci sarà bisogno.
Certo che ci farebbe piacere che anche le persone che amiamo ci aiutassero a tenerci sù, che facessero il tifo pe noi; ma la prima persona che può impegnarsi a far fronte alla nostra vita… siamo noi.
Cinque bigliettini d’amore (quanto tempo è che non ne scrivi uno?) da lasciare in giro per casa in modo da trovarli all’occorrenza e farci sorprendere da una parola di conforto e di sostegno.
Se io non sono per me stesso, diceva il saggio, chi è per me?
(…) Se non ora, quando?

30 Fai una cosa che dubiti di essere in grado di fare
Self compassion – amore per sé – o se preferisci “amor proprio” non ha a che fare con l’autostima.
L’autostima si basa piuttosto su un apprezzamento che spesso dipende da quanto ci siamo sentiti all’altezza, quanto crediamo di valere (o quanto poco) e dai risultati ottenuti.
Quante volte ci sarà successo da bambini di ricevere un complimento per qualcosa che apparentemente siamo riusciti a fare in modo corretto – o per il fatto di essere belli, educati, diligenti.
Più apprezzamenti abbiamo ricevuto, più probabilmente ci siamo sentiti “giusti”. E questo sistema di valutazione o autovalutazione continua magari anche ora che siamo adulti.
La self compassion invece non è condizionata dai risultati che abbiamo ottenuto nella vita, anzi: se per caso siamo un po’ giù perché la vita non va come speravamo, ecco che una buona dose di amore per sé può farci molto bene.
Allora magari prendiamo il coraggio e ci lanciamo a fare una cosa che pensiamo di non saper o poter fare. Perché l’amore per sé innesca circoli virtuosi che neppure immaginiamo!

31 Riposati senza pretendere di dover giustificarti
Ultimo giorno di gennaio 2022 e ultimo esercizio pratico di amore per sé.
È venuto il momento di riposarti, di riconoscere il tuo valore, il tuo sforzo e l’amore che ci metti. Stai facendo del tuo meglio, e il “meglio” è in continua evoluzione.
Riconosciti i meriti, fai un’inchino a te stessa e ora riposati un po’.
Concediti un momento per respirare – una mano sul cuore – e guarda quanti passi hai fatto fin qui.
Qualcuno dei tuoi passi ti sembrerà troppo piccolo, qualcun altro ti meraviglierà (perché wow, sei stata brava!): e ora prenditi tutto lo spazio che ti serve per celebrare questi 31 giorni di self compassion.
L’ultima riflessione a partire dal calendario di self compassion di Kristin Neff. Grazie!

Per rivedere gli esercizi dei 31 giorni di amore per sé, puoi anche scorrere il feed Facebook del mese di gennaio del mio profilo Quiet room.