In queste settimane sto contribuendo alla pubblicazione di una collana del Corriere della Sera sulla meditazione.
Si tratta di una serie di mini-guide per metà teoriche e per metà pratiche che utilizzano esercizi di consapevolezza per affrontare alcuni temi della nostra vita. Una delle due guide che sto scrivendo è dedicata al tema della “scelta”. Un argomento sensibile, dato che se ci pensiamo bene qualsiasi momento della nostra giornata ci chiama a fare delle scelte. A volte le facciamo sicuri di noi stessi – e magari tutto viene molto naturale; altre volte invece è come se ci sentissimo ad un bivio importante, con la preoccupazione di fare la scelta sbagliata.
Nella guida offrirò un percorso in 7 passi per affrontare questo tema e approdare alla scelta con uno stato d’animo utile e sereno; e una delle riflessioni che sono emerse mentre scrivevo, è quella relativa alla differenza tra “istinto” (fare le scelte istintivamente) e “intuito”.
Come dei burattini
Se mi segui, sai che la mindfulness ci invita ad accorgerci, momento per momento, di ciò che bolle in pentola dentro di noi, a cominciare dai pensieri e dalle emozioni che viviamo.
Diversamente, quando cioè non siamo consapevoli dei nostri condizionamenti, facciamo scelte trasportati dalle nostre parti inconsce e automatiche, come un burattinaio con i burattini. Dal punto di vista biologico è tutto normale, dato che siamo strutturati per reagire con prontezza di fronte a potenziali minacce e pericoli incombenti. Quando ne intercettiamo uno – una persona che si rivolge a noi con un certo tono, un contrattempo, un imprevisto complicato, una delusione – il nostro sistema limbico (il burattinaio), che è la parte più antica del cervello, scatta e reagisce.
È il caro vecchio meccanismo “fight or flight” (o freeze), che ci spinge a reagire attaccando, scappando o rimanendo immobili. Si tratta di un sistema inconscio velocissimo e automatico che abbiamo in comune con gli altri animali.
Allo stesso tempo è anche un sistema molto dispendioso dal punto di vista delle energie fisiche e mentali che catalizza, e per questo la natura ha deciso che la sua durata fosse molto breve. Poi però noi esseri umani abbiamo lo svantaggio di trattenere e rimuginare la situazione stressante vissuta. La teniamo lì, ci attacchiamo a ciò che è accaduto (o non accaduto) e ne facciamo un dramma. Ci ripensiamo, la giudichiamo, la confrontiamo…da qui lo stress e il senso di paralisi, o l’impressione di girare a vuoto con i pensieri (e tutto lo stress conseguente).
Come in un lampo
D’altra parte invece, proprio quando non stiamo pensando consapevolmente, e siamo comunque aperti all’esperienza che accade davanti ai nostri occhi, siamo in grado di intuire con precisione il quadro che si sta delineando. A me succede anche di notte; a volte mi sveglio nel cuore della notte e arriva un’intuizione che illumina una scena, senza averci pensato su (da sveglia) in particolare, o averne analizzato i contorni.
I maestri di consapevolezza ci esortano a lasciare che questi momenti di vera presenza, al di là del pensiero pensato, ci visitino – e a coltivare il terreno perché si manifestino.
La meditazione di consapevolezza è proprio uno strumento perfetto per coltivare il terreno dell’intuito che rivela, perché crea le condizioni di base per calmare e schiarire la mente, calmare il corpo, abbracciare le emozioni.
In questo momento, sto reagendo per istinto o comprendendo con intuito?
Allora ci sarebbe utile distinguere tra istinto e intuito. Per riuscire a capire quando reagiamo trasportati da un istinto antico come gli esseri viventi, con un moto che è fisico; oppure quando siamo sostenuti da un intuito che ci fa vedere come in un lampo e più in profondità le cose davanti al nostro naso.
Se andiamo all’etimologia delle due parole, vediamo infatti che intuito significa “vedere dentro”; una sorta di visione profonda e d’insieme; mentre istinto deriva dal latino “instinctus” ovvero ciò che preme o punge dentro di noi (in-stinguere) – e dunque ci provoca a reagire.
La domanda allora può essere: sto usando l’istinto di fronte a questa situazione, oppure l’intuito?
Sono in protezione o sono aperta?
L’emozione di fondo è paura o fiducia?
I pensieri sono caotici e insistenti (e li uso per giustificare la mia decisione), oppure la mente pensante è in pausa?
2 Luglio 2023 at 14:22
Puoi cortesemente precisarmi quando verranno pubblicate le tue guide?
3 Luglio 2023 at 7:59
Buongiorno Claudio, la prima delle due che ho scritto io, il cui tema è “la scelta” (altre, con altri temi verranno scritte da altri autori) esce mercoledì 30 agosto 2023. La seconda guida (il cui tema è il karma) esce mercoledì 27 settembre 2023. Credo si possano prenotare in edicola in modo da averle assieme al Corriere.
Grazie mille, buona giornata!